American McGee racconta un’altra favola, futuristica e scanzonata come “Toy Story”.
Sebbene abbia al suo attivo un unico titolo, American McGee ha saputo ritagliarsi un posto speciale nel cuore dei videogiocatori. Il carismatico game designer, dopo anni di gavetta trascorsi a ricoprire ruoli differenti tra le file di id Software ed Electronic Arts, ha saputo proporre con Alice un gioco inatteso, stilisticamente ricercato e capace di infondere nel genere Azione/Avventura qualcosa di più di un pizzico di originalità.
Oggi l’eclettico American raccoglie i frutti di quel successo, dividendo la propria giornata in compartimenti stagni dedicati a molti progetti diversi (e non tutti legati al nostro hobby preferito). Scrapland è il primo risultato delle fatiche del signor McGee e narra le vicende di D-Tritus. Questi è uno strano robot autocostruitosi recuperando componenti tra i rifiuti abbandonati nello spazio profondo e giunto finalmente su Chimera, un asteroide che gli umani hanno trasformato in discarica dopo averne prosciugato ogni risorsa. Con una mirabile opera di riciclaggio, gli automi hanno creato in questo contesto un mondo adatto alle loro esigenze, chiuso per sempre agli uomini e vera e propria patria per le macchine.
A metà tra le opprimenti strutture “alla Asimov” e lo stile tipico dei cartoni animati della Pixar (gli autori di “Toy Story”, “Monster & Co.” e “Alla Ricerca di Nemo”, per intenderci) , Chimera è in realtà molto più umana di quanto gli stessi robot non vorrebbero. La struttura sociale ricalca, infatti, i peggiori stereotipi del nostro mondo, con un clero potentissimo che comanda all’ombra del Grande Database, una casta di banchieri decisamente truffaldina, politici chiacchieroni e tanta, tanta burocrazia. Non poteva mancare la stampa, ed è proprio in qualità di giornalisti che, vestendo i panni di D-Tritus, muoveremo i primi passi in Chimera. Il nostro scopo principale sarà quello di documentare gli avvenimenti cittadini, ma potremo anche strizzare l’occhio al sottobosco malavitoso. Durante il gioco, infatti, verremo insigniti di un “libero arbitrio” piuttosto sviluppato. Decideremo di trascurare un’indagine per lanciarci in gare clandestine tra le futuristiche architetture di Chimera, a bordo di un’astronave costruita a nostro piacimento o rubata in qualche parcheggio. Non mancheranno nemmeno battaglie e scaramucce, perché Chimera sarà un mondo particolarmente trafficato, sia nelle ambientazioni esterne, sia all’interno di palazzi e uffici. Capiterà, quindi, di colpire per sbaglio una nave della polizia durante uno “scambio di cortesie” con un burocrate, e di trovarsi a dover fuggire a gambe levate da intere pattuglie.