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Il Signore degli Anelli

La risposta a questo dilemma dovrebbe essere oramai piuttosto chiara: rarissime sono state, infatti, le circostanze che hanno permesso ad un gioco su licenza di arrivare a livelli qualitativi ottimi. L’ultimo operato firmato Electronic Arts, purtroppo, non sfugge a tale triste scenario, pur vantando diversi aspetti positivi. Le ambientazioni rispecchiano, ad esempio, fedelmente quelle della trilogia cinematografica, mentre un gran numero di guerrieri, intenti a suonarsele di santa ragione, riescono nel difficile intento di ricreare la sensazione di trovarsi al centro di una feroce battaglia. Le meccaniche di base impongono, inoltre, al giocatore la pressione combinata di tre tasti (adibiti rispettivamente al colpo leggero, medio e pesante) per dare vita a devastanti attacchi, mentre la presenza di quattro tipologie di personaggi, pur non donando maggiore strategia al gioco, garantisce un alto quantitativo di mosse speciali. Dopo aver sbaragliato le truppe nemiche ed aver così conquistato l’area, è possibile sostituire il proprio guerriero con un letale arciere, magari con un potente mago o, ancora, con un silenzioso Scout. Ogni classe dispone, ovviamente, di attacchi peculiari e specifiche mosse speciali, in grado di risolvere situazioni apparentemente impossibili. Oltre a quest’ultima implementazione, il gioco EA offre, in precise circostanze, anche la possibilità di comandare uno dei famosissimi personaggi dell’opera originale, come il mago Gandalf, il nano Gimli e, addirittura, l’oscuro signore Sauron. Terminate con successo le otto missioni della campagna principale è possibile rivivere, infatti, l’avventura sotto un’interessante e in un certo senso inedita prospettiva, vissuta dagli occhi dei nemici. Nonostante tale trovata possa risultare più che allettante, quest’ultima trasposizione videoludica del Signore degli Anelli possiede alcune macroscopiche deficienze. Passati i primi minuti ci si accorge che le battaglie tendono ad assomigliarsi tutte e, indipendentemente dalla classe scelta, ci si riduce a premere sempre gli stessi due pulsanti al fine di sgomberare l’ennesima area brulicante di figure ostili. Oltre ad una certa ripetitività di fondo, Il Signore degli Anelli: L’era delle Conquiste non riesce neppure nell’impresa di sorprendere l’occhio del giocatore. Il motore poligonale utilizzato fatica a gestire le truppe su schermo, capita di sovente di incappare infatti in qualche fastidioso rallentamento, mentre la qualità delle texture, soprattutto quelle utilizzate per ricreare l’effetto della roccia e dell’erba, non godono di una buona risoluzione. Nel complesso insomma, colpa anche di modelli poligonali non sempre dettagliati, le immagini imprigionate nello schermo risultano davvero mediocri.

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Redazione