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L’evoluzione dello Skate secondo Electronic Arts.

Il primo episodio di Skate è riuscito in un colpo solo a compiere un’impresa che sembrava impossibile: scalzare l’infinita serie di Tony Hawk’s Pro Skater dal suo trono dorato. La ricetta del successo è stata semplice, ed è nata da una buona intuizione degli sviluppatori, che hanno puntato sul realismo e sulla precisione, ignorando le acrobazie più strane e improbabili. Il tutto si basava su un sistema di controllo completamente analogico, che richiedeva pratica e tecnica per essere imparato alla perfezione. I grind troppo allegri e i trick eseguiti male venivano puniti con rovinose cadute, un po’ come nel mondo reale. Ora, con Skate 2, EA vuole ottenere ancora di più, mantenendo gli elementi tecnici che hanno fatto innamorare gli skater e al tempo stesso rendendo il tutto più accessibile ai neofiti. Una simulazione di skate per non-skater, insomma. Chi ha amato il precedente episodio, però, non deve preoccuparsi. Skate 2 rimane un gioco realistico e dannatamente difficile da padroneggiare.

RITORNO A SAN VANELONA
Come nel precedente episodio, anche Skate 2 è ambientato nella città di San Vanelona. Tutto è cambiato, però. Durante i 5 anni di assenza del nostro alter ego digitale, la metropoli si è modificata radicalmente a causa dell’appropriazione, da parte dell’organizzazione chiamata MongolCorp, di molti quartieri. Il risultato è che, mentre alcune zone hanno subito un importante restyling, presentando architetture futuristiche e strade immacolate, altre aree cittadine risultano degradate all’inverosimile. C’è solo una cosa che accomuna l’intera metropoli: l’odio per gli skater. Proprio per questa ragione, ogni ringhiera o muretto è dotato dei mefistofelici Skate stopper, una sorta di ciambelloni di alluminio, capaci di fermare anche il più convincente dei grind. Come se non bastasse, anche i poliziotti sono animati dallo stesso odio implacabile per questo sport, e non perderanno occasione per lanciarsi verso di voi nel tentativo di placcarvi. Fortunatamente, in caso di problemi, è sempre possibile scegliere la “via del coniglio”, scendendo dalla tavola e continuando a girovagare a piedi.
Insomma, vita dura quella degli skater. Le vere difficoltà, però, sono ben altre. Come da tradizione, l’impostazione di gioco è incentrata sul massimo realismo e, proprio per questa ragione, ogni trick richiederà moltissima pazienza e infinita dedizione per essere dominato appieno. Uno degli elementi meno convincenti del primo Skate era rappresentato dalla scarsità di evoluzioni disponibili.

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Redazione