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Medal of Honor: Frontline

I bambini, da sempre, giocano alla guerra. Arco, frecce, colt e fucili del farwest sono immancabili nel cesto dei giocattoli. Noi che siamo un po’ più grandicelli, invece, diamo quotidianamente soddisfazione alla belva sanguinaria che giace assopita nel nostro spirito, massacrando “inoffensivi” ammassi di poligoni sul video. Gli sparatutto sono un genere di grande successo, soprattutto per la possibilità di scaricare i nervi a colpi di railgun. Su PC questo genere ha imboccato la via dell’online, su PlayStation questi titoli presentano una trama più articolata e un sistema puntamento più tollerante in fatto di precisione e velocità. Per quanto si possa ricercare soluzioni alternative, infatti, mouse e tastiera restano un connubio dalla forza devastante in termini di sparatutto in prima persona. È per questo che le conversioni di titoli originariamente ideati per PC perdono un po’ del proprio smalto passando su console. La serie Medal of Honor (puff… puff… finalmente ci sono arrivato!) deve invece il proprio successo al fatto di essere stata pensata e progettata per dare il meglio di sé col joypad della PlayStation. MOH e il suo seguito Underground, apparsi su PSone, hanno rappresentato una pietra miliare nella storia della prima console di Sony, e questo seguito, Frontline, si candida seriamente per rinverdire quei successi.

La trama è tra le più affascinanti: è il 1944, e nei panni del tenete Jimmy Patterson (pare che vi abbiano promosso dall’episodio precedente) vi trovate su un mezzo da sbarco, pronti a toccare le spiagge che hanno visto la morte e la gloria degli eroi del D-Day. Le facce sono tese, i soldati piangono, vomitano, hanno paura. Questa è la guerra. Sembra proprio di essere all’inizio di “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg (ne parliamo nel riquadro a parte). Pronti, si parte: Omaha Beach si stende candida e diafana di fronte a voi. Zing… Zzap… I proiettili fischiano tutt’intorno, attraverso l’acqua, attraverso il corpi dilaniati dei vostri compagni. Benvenuti in Francia. Se il buongiorno si vede dal mattino, buona fortuna, soldati!

MOH: Frontline vi sbarca immediatamente nell’atmosfera del gioco, e lo fa, a differenza dei titoli precedenti, con una modalità di gioco cooperativa. Se, infatti, nei precedenti episodi vi trovavate nella classica situazione “uno contro tutti”, con qualche sporadico gruppo di compagni scarsamente influenti, qui vi trovate a relazionarvi con un’intera squadra di uomini, con un capitano che v’impartisce degli ordini, con delle chiappe da salvare che non sono più solo le vostre. Bello, per carità. Peccato che sia l’unica novità di rilevo di questo titolo e, per dirla tutta, non caratterizza nemmeno tutte le missioni, dato che la maggior parte delle volte sarete ancora soli contro il nemico.

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Redazione