
red faction guerrilla - gamesradar.it
Questa è una delle domande che in redazione ci poniamo continuamente guardando una foto di Arnold Schwarzenegger mentre in Total Recall spacca pietre con un martello pneumatico e ci ricordiamo che al giorno d’oggi tutto è possibile, anche arrivare alla presidenza di uno dei cinquanta stati americani. La stessa cosa devono aver pensato anche i Volition, studio di sviluppo da sempre al soldo di THQ nel realizzare questo nuovo capitolo della serie Red Faction che stravolge completamente i canoni della serie da tempo tranquillamente ancorati ai concetti di un normale sparatutto con ambientazione marziana. Dimessi i panni della visuale in prima persona, questo Red Faction Guerrilla cambia drasticamente approccio alle vicende che vedono il pianeta rosso in mano a una corporazione terrestre ironicamente chiamata Earth Defense Force in grado di controllare la forza lavoro presente sul pianeta rosso con un atteggiamento dittatoriale che nel giro di pochi anni si tramuta in posizioni decisamente schiavistiche. Il giocatore è proprio uno di questi minatori stufo di anni di angherie e deciso a prendere in mano la situazione facendo da leader di una rivolta che ben presto si tramuterà in una vera e propria rivoluzione. Ma come, visto che, almeno inizialmente, possiamo contare solo sull’utilizzo di un semplice martello e di armi da fuoco non c’è nemmeno l’ombra?
AUTO A NOLO
Fin dai primi minuti ci si rende conto che RFG è un classico titolo free roaming sulla falsariga della serie Grand Theft Auto: il giocatore può muoversi liberamente sulla superficie del pianeta portando a termine una serie di missioni che obbligano a peregrinare abbondantemente sia a piedi sia utilizzando vari generi di veicoli che possono essere tranquillamente “presi in prestito” tra quelli fermi o in circolazione. Anche se non raggiunge la varietà qualitativa e in termini di dimensioni delle cittadine realizzate da Rockstar, l’ambientazione di Red Faction Guerrilla non ha nulla da invidiare al suo ben più blasonato concorrente in termini di game design per l’originalità delle locazioni. Man mano che si prosegue nelle missioni, viene alla luce la vera natura di questo gioco basata in buona parte sulla devastabilità degli scenari tramite l’uso di armi ma soprattutto esplosivi. Quasi tutti gli elementi dello scenario, in particolare edifici e palazzi, sono infatti distruttibili tramite un utilizzo astuto di cariche esplosive che possono essere comandate a distanza o temporizzate per portare a termine vere e proprie operazioni di guerriglia nei confronti dei militari avversari che presidiano i luoghi sensibili dello scenario.
IN COPERTURA
I sabotaggi e le esplosioni arricchiscono in modo notevole il gameplay di questo Red Faction in quanto permettono di creare situazioni più disparate per organizzare agguati di vario tipo come ponti che saltano, palazzi che crollano e ogni genere di diavoleria in grado di essere catalogata sotto il concetto di guerriglia. L’aspetto che colpisce di questo modo di concepire la giocabilità è da ricercarsi nell’ottima riproduzione del modello strutturale e fisico degli edifici, particolarità che appare evidente nel momento in cui si comincia a far saltare le cose sul serio: ammirare il realismo con cui edifici alti si afflosciano su un lato o palazzi di più piani crollano intorno alle loro superfici portanti potrebbero tranquillamente essere degni di un simulatore di terremoti per come simulano crolli e proiezione di detriti. RFG tuttavia non è solo questione di semplici agguati, visto che l’intelligenza artificiale dei nemici e le armi a nostra disposizione permettono un buon grado di varietà dei combattimenti. La capacità dei nostri avversari di trovare copertura facendo le dovute distinzioni tra ripari in buono strato e quelli già sbriciolati in seguito a un attacco è una piacevole sorpresa che dovrebbe garantire una certa longevità a questo titolo. Le prime missioni affrontate ci sono, infatti, sembrate un po’ ripetitive e non in grado di spostarsi dalla meccanica dell’agguato a base di esplosivi che in seguito si trasformava in una sparatoria con le truppe rimanenti. Resta solo da augurarsi che per il prosieguo del gioco la varietà la faccia da padrona perché i presupposti per un titolo di alto livello ci sono sicuramente tutti.